Scerscen la femme

Sasso Nero (vallone di Scerscen)

F. Magri, A. Rossi (2009)

Parete Est, 300m, 7 tiri, TD (6c+, obbl. 6a/A0)

In un angolo appartato rispetto le solite e iper-frequentate vie ai pilastri della diga di alpe Gera si trovano alcune belle arrampicate su forme rocciose dalle incredibili cromie nero-arancio.
Moltissime di queste sono opera dell’instancabile Augusto Rossi che negli anni e con vari compagni ha aperto decine di vie tra la Val Masino e la Valmalenco; inconfondibili le sue piastrine artigianali auto-prodotte.
Al sole fin dal mattino (Est) e in ombra al pomeriggio, tuttavia data la quota 2100 m si arrampica bene anche in estate.

Prevalenza di arrampicata in fessura, facilmente (ma obbligatoriamente) integrabile con protezioni mobili.

icona    ACCESSO

Da Milano prendere la SS 36 in direzione Valtellina ed uscire allo svincolo di Sondrio e dopo pochi kilometri svoltare a sinistra salendo in Valmalenco. Proseguire fino a Lanzada e dal paese salire a Campo Franscia e ancora più oltre alla frazione Campo Moro.

Dopo l’ultima galleria e in corrispondenza della curva verso destra che conduce al rif. Poschiavino prendere la strada sterrata che si abbassa verso sinistra con indicazioni per alpe Musella e “Rifugio Mitta”. Seguire in discesa la sterrata per circa 2 km, fattibile anche con auto normale, e parcheggiare nell’ampio e comodo spiazzo prima del cartello indicatore di strada agro-silvo-pastorale.
A piedi imboccare la mulattiera con segnavia in direzione dell’alpe Musella, che in circa 30 minuti attraverso uno splendido bosco e scorci di rara bellezza arriva al rif. Mitta.
Proseguire ora seguendo i segnavia in direzione del vallone di Scerscen, che con un ampia curva verso Ovest attorno al Monte delle Forbici si addentra nel vallone svelando a poco a poco tutta la bellezza di questo angolo di Bernina.
Con molti sali-scendi ora in direzione Nord arrivare alle vecchie cave di amianto visibili sulla destra (senso di marcia), attraversare il torrente su ponte di legno e proseguire lungo sentiero sulla destra orografica per circa 500m; in corrispondenza di un ometto risalire il pendio detritico con grossi massi fin sotto l’attacco individuabile da un ometto e 1 chiodo in fessura pochi metri sopra la base.
(60 minuti circa dal parcheggio).

icona    ATTREZZATURA

10 rinvii, 1 serie di stopper medio-piccoli, 1 serie di friends completa fino al #4 BD Camalot. Mezze corde da 60 m indispensabili, cordini per sostituire quelli vetusti e magari materiale per attrezzare ancoraggi di fortuna essendo una via poco ripetuta.

Via poco o per nulla attrezzata, soste con fix 10 mm, 3 fix e 8 chiodi in tutta la via (escluse le soste). Numerose le fessure, sempre ben proteggibili.

icona   DISCESA

Calata in doppia lungo la via di salita. Volendo è possibile saltare la S2 (che è attrezzata solo su 2 chiodi dei quali non abbiamo verificato la tenuta) discendendo in conserva la seconda lunghezza fino a S1, divagando a zig-zag per facili balze con erba e roccia e brevi tratti di dis-arrampicata tenendo come riferimento la verticale del diedro del 2° tiro: la sosta S1 si trova più o meno 50 m lineari sotto la verticale di questo.

Discorso a parte la discesa da S7 (ultima sosta di uscita): secondo la relazione originale la S7 “dovrebbe” essere su due chiodi ma non l’abbiamo né trovata né vista a distanza, forse nascosta 20 m più a destra della nostra uscita (viso a monte) in una zona di placche appoggiate a prima vista non facile da attraversare camminando. Se così dovesse accadere o se la sosta sui due chiodi fosse poco affidabile, indichiamo qui la possibile soluzione di discesa: dalla sosta finale attrezzata su friends traversare 30 m a sinistra fino al bordo della terrazza erbosa (viso a monte) e scendere circa 20 m con facile dis-arrampicata restando contro la parete (attenzione ai blocchi mobili). Dalla base traversare ora su erba verso destra (viso monte) circa 40 m passando sotto i bombamenti dell’ultima lunghezza, e abbassarsi su facili rocce per circa 5 m fermandosi sotto un piccolo risalto dove è presente una calata di emergenza disposta su masso incastrato con 2 fettucce e 2 moschettoni a leve contrapposte. Può essere molto utile e sicuro individuare già in salita questo passaggio. Da questo punto di fermata calarsi 20 m alla S6 su fix, facendo molta attenzione a mantenere in trazione la sosta da destra verso sinistra così da evitare il pericolo di sfilare le fettucce dal masso.

icona   VIA

Vedere lo schizzo e le seguenti note.

1° tiro: Bellissima fessura iniziale su roccia nera (BD #0.4, poi chiodo poco affidabile). Nel punto in cui supera la piccola pancia la fessura si allarga un poco consentendo begli incastri di mano (BD #3) poi si abbatte un poco (fix) e lungamente tra fessura e placca con tacche nette (proteggibile ancora con BD #2) si arriva su terrazza erbosa.

Sosta comoda su cengia erbosa su 2 fix collegati da cordino e maillon di calata. 40m. 5c, 1 fix + 2 ch.

2° tiro: poco più che un trasferimento su balze cercando le zone di roccia più compatte, talvolta il pendio è erboso con blocchi sparsi (attenzione ai sassi mobili). La linea di salita piega in ultimo verso sinistra andando a terminare il tiro contro le rocce nerastre della seconda parte superiore. Sosta comoda su 2 chiodi collegati con cordino rosso e maillon di calata, da rinforzare a destra con BD #4. 45m. 4c.

Trasferimento: su prato 20 m a destra (viso a monte) portandosi sotto la verticale di un netto diedro con roccia sbiancata, ometto e segno su roccia che indica la possibile sosta da attrezzare su stopper e friends (S2bis).

3° tiro: favolosa arrampicata in diedro fessurato sul fondo ma non mancano tacche per i piedi sulle due facce. Dalla S2bis rimontare lo zoccolo verso sinistra per circa 10 m con facile arrampicata, poi portarsi verso destra alla base del diedro (fix), e salirlo sfruttando le ottime prese nella fessura (BD #0.3 e #0.75, 1 fix a circa tre-quarti del diedro) e poco prima del suo termine traversare a sinistra sotto lo strapiombo (1 ch.) e fessura finale (BD #1 e #0.5) fino in sosta. 2 fix collegati con cordino e maillon di calata. 45m. 6a+, 2 fix + 1ch.

4° tiro: divertente sequenza di muretti e diedro finale nerastro, indicativamente la linea di salita è dritta sopra S3 fin sotto la fascia di pance strapiombanti. S4 è al termine del diedro nerastro, sotto la fessura lineare che incide la pancia strapiombante. 2 fix collegati con cordino e maillon di calata. 35m. 5b.

5° tiro: strepitosa fessura inizialmente su due buone e nette prese (1 chiodo, da rinforzare con stopper piccolo poco a destra) poi con incastri faticosi (gamba-coscia, poi dita e uscita di pugno) ottimamente proteggibile in sequenza con BD #4 (piazzarlo molto alto), poi #0.4 e in uscita BD #3.
Al termine del primo tratto la pendenza si abbatte (BD #2), proseguire dritti nel facile diedro-fessura (roccia dubbia all’inizio) oppure in diagonale pochi metri verso sinistra su bella roccia rugosa e breve muretto con fessura (BD #0.75) dove è bene proteggersi prima di rimontare e traversare nuovamente verso destra alla sosta. Sosta S5 su pulpito con 2 fix collegati da cordino e anello di calata. 40m. 6c+, 1 ch.

6° tiro: due muretti abbattuti a destra della sosta (2 ch.), superare quindi la fascia di pance nerastre con andamento ad arco da destra verso sinistra fino ad un pulpito erboso e da qui salire per vago diedro verticale (BD #0.4 e #2 + 2 ch.) molto bello e ben ammanigliato. Tiro molto lungo, attenzione a ridurre gli attriti. La sosta resta all’incirca sulla verticale della sottostante S5. 50m. 5c, 4 ch.

7° tiro: facile fessura-diedro a sinistra della sosta su roccia nera (BD #1 e BD #2) poi rimontare un paio di muretti erbosi spesso umidi (BD #0.3). Poco sopra si trova un muretto con blocco incastrato attorno il quale sono passate due fettucce con due moschettoni a leve contrapposte (attrezzata per una doppia di emergenza). Può essere molto utile e sicuro per la discesa individuare e memorizzare in salita la posizione di questo punto.
Da qui la nostra descrizione si discosta probabilmente dall’originale: noi siamo saliti con un arco verso sinistra tenendo circa 5m orizzontali rispetto la verticale del masso con le fettucce incastrate, superando poi l’ultima pancia strapiombante in un punto con prese generose (BD #0.4 e #0.5) e sopra bel diedro con fessura per altri 5m circa (BD #0.75) andando a sbucare sul largo terrazzo erboso: S7 attrezzata su due ottimi friends BD #4 e #3 + stopper sulle rocce di fronte, passato il prato in salita. 50m. 6a+, 1 fettuccia su masso incastrato.

Nota: è possibile che la linea originale del 7° tiro passi invece pochi metri a destra del masso con fettucce incastrate, superando la pancia finale su fessure da proteggere con difficoltà un poco superiore (6b) e sosta finale su 2 chiodi della quale nulla sappiamo sulle condizioni in cui si può trovare, e se da questa è poi possibile la calata oppure l’attraversamento agevole verso sinistra per la discesa a piedi.

 

Nota: la relazione è riferita a una ripetizione di settembre 2023. A cura di Brambi.

 

 

Attacco e linea indicativa di salita

 

1° tiro, chiodo visibile dal basso nel mezzo dello spanciamento

 

Sosta S2 da rinforzare

Bellissimo diedro della 3a lunghezza

Fessura di partenza strapiombante in partenza al 5° tiro (chiodo basso visibile, da rinforzare con stopper a destra)

Diedro facile e abbattuto di L7, primo muretto spesso umido, più in alto la nostra uscita di sinistra sugli ultimi bombè

La meravigliosa cornice del vallone di Scerscen